Primo post dell’anno e post nel quale voglio augurare a tutti, finalmente, di usare lo strumento web in modo maturo. In realtà questo augurio è già qualche anno che attendo si verifichi ma vedo ancora troppi pifferai e topini in giro.
La mania della SEO è un fenomeno sproporzionato in Italia rispetto all’estero. Tempo fa facevo una chiacchierata con Giusec che, vivendo all’estero da tempo, si meravigliava di come in tutti gli eventi di marketing italiani la SEO fosse un tema quasi ossessivo. E non poteva che trovarmi d’accordo.
Il guaio è che il tema SEO solletica gli italiani come nessun altro. E come potrebbe essere altrimenti? Google, il gigante cattivo, da venti anni ci dice che cosa vuole per valorizzare un sito: Scrivere contenuti di qualità, in modo leggibile e, possibilmente, interessanti per gli altri. Per capire se questa richiesta viene rispettata, Google investe milioni di dollari in intelligenza artificiale e ogni sei mesi aggiorna i propri algoritmi per affinare il proprio prodotto. Ripeto il concetto: milioni di dollari.
E cosa fanno gli italici SEO addicted? Studiano, discutono e presentano sofisticate tecniche per sfruttare le pieghe dell’algoritmo di Google per trarne un ventaggio, che solitamente dura fino all’aggiornamento successivo. Provo a dirlo in un altro modo: da una parte un manipolo di tecnici dall’altra milioni di dollari di investimento in intelligenza artificiale.
Quello che sarebbe davvero necessario fare (cari imprenditori) non è affidarsi a qualcuno sperando che avvenga il miracolo tecnico che porti traffico al sito, ma fare una rivoluzione scrivendo contenuti di qualità, in modo leggibile e, possibilmente, interessanti per gli altri. Infondo si tratta di dominare una decina di banalissime regolette di scrittura e strutturazione del testo e, ahimé, avere qualcosa da dire. Nel 2019 è doveroso avere imparato queste semplici regole e applicarle. Un po’ come tenere la penna in mano quando si scrive il tema della maturità. saper tenere la penna in mano è una capacità data per scontata (a una certa età).
Ovviamente le tecniche SEO non sono solo relative alla stesura del testo, obiezione banale, ma comprende anche codice efficiente, risposte rapide dai server, utilizzo da mobile, ecc. ecc. Ma queste, a pensarci bene, sono tutte informazione che dovrebbero essere bagaglio indispensabile di chi crea siti. Non dovrebbe essere una preoccupazione dell’imprenditore o dell’azienda. Quindi, cari sviluppatori di siti web, è giunto il momento di fare siti che nascano da subito con tutti i crismi della SEO, con i contenuti ben strutturati, con i server dalla risposta veloce, con i dati semantici ben descritti. È arrivato il momento di capire che un consulente che trova una pecca in un sito che avete realizzato è un consulente che racconta al vostro cliente di un lavoro mal fatto.
Un ultima parola la voglio rivolgere a chi di mestiere fa consulenza SEO: siete bravissimi, siete preparati, la sapete tutta e vi stimo. Ma se alla fine della vostra consulenza l’imprenditore non ha fatturato un euro in più, non vale dirgli che deve scrivere più contenuti per il suo blog o che il vostro lavoro era quello di portare più traffico (ammesso che sia possibile) perché non lo avrete aiutato ad avere successo. E il successo è la sola cosa che dovrebbe contare per un imprenditore.
Ci riusciremo nel 2019? Auguri a tutti.