Ho detto che il Content Marketing è molto sottovalutato dalle aziende. Se provate a fare una ricerca tra le offerte di lavoro difficilmente troverete qualcuno in cerca di professionisti della creazione di contenuti. Troverete chi cerca esperti di social media, di SEO, di digitale in genere. Eppure non esiste azienda che possa incrementare la propria presenza sulla rete senza produrre contenuti nuovi e validi; contenuti organizzati strategicamente.
Questa anomalia deriva dal solito problema di concentrarsi sugli strumenti anziché su ciò che gli strumenti dovrebbero gestire.
Il Content Marketing è importante e lo si è sempre fatto, anche prima di avere un nome inglese che suona bene.Fino a qualche anno fa le edicole erano zeppe di riviste di settore: ogni interesse era coperto. Io compravo riviste di automobilismo, di informatica, di elettronica e di aeronautica. Altri cercavano quelle di meccanica, di musica, di cucina e così via.
Degli editori, che sapevano come utilizzare lo strumento della carta stampata, mettevano in piedi redazioni che avevano il compito di creare e raccogliere contenuti importanti per una determinata nicchia di mercato. Le riviste venivano vendute a chi era interessato a quei contenuti e infine le aziende, che si rivolgevano a quella nicchia, usavano le riviste per arrivare ai lettori. Tutti contenti.
Questo modello ha funzionato fino all’arrivo della trasformazione digitale. Dopo i lettori hanno trovato online contenuti sufficientemente interessanti ma gratuiti e hanno smesso di comprare le riviste di settore. In questo modo le aziende hanno perso un canale di accesso ai loro potenziali clienti.
Nonostante questo cambiamento le persone hanno bisogno continuo di contenuti interessanti e le aziende hanno bisogno continuo di arrivare a quelle persone.
Senza più l’intermediazione di tutte quelle riviste e degli editori, ecco che le imprese sono chiamate a creare e a distribuire contenuti attraverso i quali, poi, promuoversi. Da qui il Content Marketing.
Peccato però che lo facciano pensando più agli strumenti di diffusione che alla creazione di redazioni in grado di produrre contenuti di qualità a getto continuo. Questo lo si può comprendere perché così facendo si ha la sensazione di poter prendere scorciatoie. Purtroppo scorciatoie non esistono: il Content Marketing è un lavoro ampio che richiede tempo.
Creare contenuti e saperli diffondere sono due elementi basilari del Content Marketing, ma ce n’è un terzo: la conversione in obiettivi. Questi tre elementi hanno lo stesso peso e la stessa importanza. Create contenuti senza sapere come trasformarli in risultato e avrete fatto uno sforzo inutile; aprite un sito senza pubblicare nulla di nuovo e non interesserà a nessuno; scegliete la piattaforma alla moda senza una strategia e avrete fatto gli interessi della piattaforma e non quelli della vostra azienda. Ecc. Ecc.
Questo libro di Conti e Carriero è un libro molto denso che cerca di coprire tutti e tre gli elementi. Il sottotitolo lo enuncia perfettamente: Promuovere, quindi diffondere, Sedurre, con la creazione di contenuti interessanti e ben articolati, e Vendere, quindi convertire in obiettivi.
Il libro permette di avere una visione ampia su ciò che serve per costruire la propria presenza in rete e per essere efficaci con i clienti.
Volendo fare un piccolo appunto mi sarebbe piaciuto qualcosa di più sulla seduzione, sulla creazione dei contenuti, perché trovo il libro leggermente sbilanciato verso la parte di promozione ma è un desiderio da addetto ai lavori. Poco male: ho già trattato altri libri e diverse idee di ‘seduzione’ e creazione di contenuti.
I non addetti ai lavori sapranno sicuramente trarne ottimi spunti e potranno cominciare a dare una forma ai contenuti, preparare una strategia adeguata e misurare i risultati. Se poi decidete di fare una piccola redazione aziendale per essere sicuri di avere sempre qualcosa da fare conoscere ai vostri potenziali clienti, allora avrete raccolto l’invito di Google e di Bill Gates.